Pd: “Governo la sfiduci e smetta di proteggerla”
Ne va del “rispetto delle istituzioni”, rimarca Elly Schlein. Per la segretaria del Pd “Fratelli d’Italia è quel partito che esprime una ministra con una richiesta di rinvio a giudizio per truffa all’Inps sui fondi Covid, e contemporaneamente candida un no-vax appena sotto Giorgia Meloni. Ci aspettiamo che la Presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanché“. A stretto giro arriva una replica dal portavoce della ministra: “La segretaria del Pd Elly Schlein non ne azzecca una” sottolineando che si tratta di richiesta di rinvio a giudizio “scontata” e “chiede rispetto per le istituzioni quando è la prima a tacere e non esprimere solidarietà di fronte alle offese sessiste rivolte al presidente Meloni”.
Controreplica della dem Chiara Gribaudo: “L’unica che non ne azzecca una è la Santanchè: in un Paese normale ci si dimetterebbe dopo un minuto. Lei invece resta ancora lì, protetta dalla destra che se ne frega dei diritti di chi lavora. Il Governo sfiduci Santanchè e smetta di proteggerla”.
“Con accusa di truffa allo Stato non si può fare il ministro”
Sarcastico Giuseppe Conte: “Peccato che le liste europee siano ormai chiuse. Ora che per la ministra Santanchè è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per truffa sui fondi Covid che servivano a imprese e lavoratori, Meloni non farà più in tempo a farla dimettere e a candidarla per le Europee in compagnia di Sgarbi”.
A chiedere le dimissioni anche Verdi e Sinistra. “Può una persona che va a processo accusata di aver truffato lo Stato continuare ad essere ministra della Repubblica?” si chiede Nicola Fratoianni. La risposta è netta: “No, nella maniera più assoluta”. Per Angelo Bonelli “la permanenza di Santanchè nel suo ruolo sarebbe uno schiaffo agli italiani e alla trasparenza che ogni governo dovrebbe garantire. Giorgia Meloni non può rimanere in silenzio o rinviare questa decisione, poiché è in gioco la credibilità della sua maggioranza”.
La reazione del governo
Il vicepremier Antonio Tajani getta acqua sul fuoco. ”Le opposizioni le chiedono ogni due minuti le dimissioni. C’è una richiesta e quando ci sarà la decisione ne parleremo. Non crea nessun imbarazzo al governo, è una questione di sensibilità personale, spetterà alla ministra Santanchè decidere”. E aggiunge: “Io sono un garantista, lo sono con tutti e lo sono stato anche quando c’è stata la vicenda Decaro”.
Anche il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, si richiama al garantismo: “Non cambia nulla sono garantista, sempre”. Idem Roberto Vannacci, neo candidato con la Lega alle europee, che commenta con l’Adnkronos: “Io sono sempre stato garantista, dico che sono questioni personali, per cui non voglio entrare nel merito della cosa”.