Quella italiana è una popolazione che invecchia, in cui le patologie croniche sono sempre più diffuse. Tra quelle più frequenti c’è l’artrosi, principale causa di disabilità dell’anziano.
In Italia ne sono colpiti oltre 5 milioni di cittadini, con costi per il Servizio sanitario nazionale di oltre 6,5 miliardi di euro. Ma aspetto ancor più considerevole è dato dalle proiezioni, che indicano una crescita esponenziale della malattia nei prossimi anni, con conseguente coinvolgimento di operatori sanitari ed incremento della spesa sociale e sanitaria.
Ma quali sono le terapie più sicure e i rimedi più efficaci per i pazienti? Se ne parlerà sabato 11 novembre (dalle ore 8.30) a Bologna nel convegno Terapia infiltrativa o protesi nelle artrosi distrettuali?, promosso da Medinforma in collaborazione con Simg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie) e il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Bologna, che riunirà nella sede di Medinforma, in Via Emilia Ponente 62/2A, specialisti delle più importanti strutture sanitarie italiane.
«Le articolazioni sono delle cerniere che con il tempo vanno incontro ad una fisiologica usura e, se utilizzate poco o male, possono alterarsi. Per cui talora bisogna sostituirle per permettere lo svolgimento delle azioni di vita quotidiana ed in alcuni casi anche una ripresa di attività fisiche e sportive. Un corretto stile di vita e un tempestivo e adeguato trattamento permettono di ridurre le sofferenze e quindi i costi sanitari», sostiene Lucio Catamo, chirurgo ortopedico, coordinatore scientifico Medinforma e responsabile della UO di Villa Torri Hospital di Bologna.
Se da un lato la sostituzione dell’articolazione con una protesi parziale o totale può essere la soluzione ad una limitazione funzionale grave e invalidante, la possibilità di trattare efficacemente la sintomatologia dolorosa mediante adeguate terapie farmacologiche e/o fisioterapiche coadiuvate da infiltrazioni articolari potrebbe permettere un minor ricorso alla chirurgia protesica, che vede l’Italia al primo posto in Europa, contribuendo a contenere i notevoli costi sopportati dal Servizio sanitario nazionale.