“Ero vicino a Ruggero, in quel momento-ricorda Gawronski- e in questa reciproca schermaglia, ero comprensibilmente dalla parte di Ruggero. Ma c’è credo questa teoria che alla fine abbiano avuto ragione entrambi: Tito aveva notato che i sensori avevano toccato la Luna, perché essendo più lunghi del modulo avevano toccato terra prima, quindi può darsi che Tito abbia dato l’annuncio nel momento in cui i sensori toccavano terra, mentre Ruggero ha aspettato la navicella”.
“Io facevo l’assistente di Ruggero ed avevo un ruolo secondario, poi ho piano piano avuto anche io la mia carriera -dice il giornalista- E lui e Tito erano due giganti della televisione, non c’è dubbio”. Con Stagno “ci vedevamo poco, ma lui era molto interessato agli Stati Uniti e all’America, gli piaceva quel mondo come era allora e lo vedeva come una specie di faro per le cose che interessavano a lui”, ricorda Gawronski. Che conclude: “Nel giorno della morte di Stagno, io ho la sensazione personale che tutti i miei amici con cui ho collaborato se ne stiano andando, ed è una sensazione di grande tristezza, come della fine di un’epoca”.