Veglie, fhocare, deliziose cene della vigilia, spillatura delle botti e processioni: in Calabria e in tutte le regioni dell’Italia meridionale l’8 dicembre, giorno dedicato al dogma cattolico dell’Immacolata Concezione, si celebra con grande solennità.
In tempi antichi, la festa dell’Immacolata Concezione fu importata nell’Italia meridionale dai monaci bizantini e probabilmente discendeva dai culti pagani dedicati alla Dea Madre.
Nei secoli successivi si diffuse capillarmente, tanto che fu inserita nel calendario della Chiesa universale da papa Alessandro VII con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum dell’8 dicembre 1661.
Il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato l’8 dicembre 1854 dal papa Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus, dopo aver trascorso un periodo nel Regno delle Due Sicilie nel 1848, quando fu costretto a fuggire da Roma a causa dei moti insurrezioanli.
Visitando chiese e istituti religiosi, il Papa durante questo soggiorno forzato toccò con mano quanto sia il clero che i fedeli del Mezzogiorno considerasse Napoli la vera autorità di riferimento, e non Roma. Constatò inoltre quanto il culto dell’Immacolata nel Meridione fosse molto forte e così decise di trasformare una semplice devozione in un dogma.
I Borboni erano anch’essi molto legati al culto mariano dell’Immacolata. Fu proprio l’8 dicembre del 1816 la data in cui, dopo il periodo napoleonico, i due regni di Napoli e di Sicilia erano stati riuniti nel Regno delle Due Sicilie con la «legge fondamentale del Regno» e l’Immacolata divenne la Patrona speciale della Patria Napolitana, Terra dedicata alla Madre del Signore.
Per l’occasione il re Ferdinando II donò allo Stato Pontificio la colonna dell’Immacolata Concezione che si trova in Piazza di Spagna, che costituisce una sorta di gemella della guglia dell’Immacolata sita in Piazza del Gesù Nuovo a Napoli, eretta da Carlo di Borbone più di un secolo prima, tra il 1747 e il 1750.
Quarant’anni dopo, l’8 dicembre del 1856 il re si recò alla festosa sfilata delle truppe nazionali e subì l’attentato del soldato mazziniano Agesilao Milano. Il re si salvò e per ringraziare la patrona del miracolo, fu decisa l’edificazione di un tempio all’Immacolata al Campo di Marte.
Infine l’8 Dicembre del 1860, sempre nel giorno dell’Immacolata Concezione, il giovane Re decretò la resa al Piemonte, firmando un toccante e accorato Proclama reale ai popoli delle Due Sicilie col quale comunicò ai suoi sudditi la triste situazione.
Il lungo documento finiva appellandosi alla fede e all’ora della giustizia. Le ultime righe recitavano così: «Preghiamo il sommo Iddio e la invitta Immacolata protettrice speciale del nostro paese, onde si degnino sostener la nostra causa».
Scomparve il Regno delle Due Sicilie ma non il culto della sua Patrona che, grazie alle apparizioni di Lourdes e in altri luoghi del mondo, andò diffondendosi sempre di più, arrivando fino a noi.
Annamaria Persico