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30 aprile 2016

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Tre ultrasessantenni su 10 non hanno i soldi per curarsi


Gli italiani over 60 credono sempre meno e sempre meno fanno ricorso al Servizio sanitario nazionale, per i tempi di attesa, per il livello delle prestazioni e spesso perché non in grado di permettersi le cure necessarie. E’ questo, in sintesi, quanto emerge da un’indagine realizzata dalla Confesercenti-Swg alla vigilia della settimana della Salute che prenderà il via il prossimo 2 maggio.

Il primo dato a spiccare tra le risposte, proprio in tema di possibilità economiche, è il 34% degli interpellati che dichiara di aver dovuto rinunciare negli ultimi anni a visite diagnostiche specialistiche proprio a causa del costo eccessivo del ticket, a fronte di un 52% che ha potuto permetterselo e di un 14% che invece si è potuto avvalere dell’esenzione per accedere agli esami.

La tendenza alla rinuncia per motivi economici potrebbe giustificare la quota parte del reddito che nel 46% dei casi non ha superato il 10%, nel 20% dei casi è arrivata al 15%, nell’11% al 20%, mentre l’11% per cento degli interpellati ha potuto dedicare tra il 20 ed il 30 per cento del reddito alle spese sanitarie.

La difficoltà di accesso alla sanità pubblica, soprattutto in termini di attesa, ha spesso costretto le persone di età superiore ai 60 anni a ricorrere, nonostante i costi superiori, a strutture private per realizzare in tempi brevi le visite o le analisi necessarie. Stiamo parlando del 60%, a fronte del 34% che ha potuto evitarlo, mentre il 6%, ha fatto ricorso ai pronto soccorso per aggirare le lunghissime attese.

Quanto alle valutazioni sull’efficienza dei servizi sanitari, il medico di famiglia resta per quasi la metà degli italiani ultra sessantenni (47%) il principale punto di riferimento, probabilmente per il rapporto fiduciario, la disponibilità e quindi la maggiore facilità di consultazione e di intervento in caso di bisogno, seguito dalle prestazioni ospedaliere, soprattutto i ricoveri, (29%) ed i pronto soccorso (23%) che continuano a rappresentare gli strumenti più accessibili.

«Questi dati», sottolinea Lino Busà, direttore della Fipac-Confesercenti «delineano un quadro sufficientemente realistico e drammatico di come funzioni il Servizio sanitario nazionale in Italia, ma purtroppo le cose stanno ancora peggio. Basta un dato per rendere comprensibile la situazione degli over 60 rispetto all’assistenza sanitaria: ogni anno, rispetto ad una pensione media di 1180 euro, una mensilità finisce in medicine, esami diagnostici, visite specialistiche e buona parte di questa somma va a strutture private. E’ un dato allarmante che però dà la misura dei costi e dell’efficienza del nostro Servizio sanitario».


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