Un dialogo vivace, brioso e al tempo stesso veritiero e a tratti amaro quello svoltosi al Festival Leggere&Scrivere tra Pino Aprile e Mimmo Gangemi, autori con Raffaele Nigro e Maurizio De Giovanni del libro Attenti al Sud.
Gli scrittori Aprile e Gangemi, intervistati da Enrico De Girolamo, hanno discusso in chiave ironica e attuale, di un territorio caratterizzato da enorme bellezza e potenzialità ma tuttora spesso vittima di un giornalismo, come sottolinea Gangemi, e di un’opinione pubblica che ne rimandano un’immagine distorta, ingenerosa e che fa male.
Il contributo di Aprile parte da Matera, città che è insieme «radice e sintesi di tutto quello che è sud, Mediterraneo, civiltà agricola». Capitale della cultura 2019 eppure ancora oggi isolata e, come gran parte del meridione, non valorizzata a sufficienza, in primo luogo dai suoi stessi abitanti.
Chi vive al sud in genere sembra riporre poco orgoglio nelle proprie bellezze e potenzialità: «non dite che abitate in un trullo» si usava dire in passato, e molti dei nostri tesori sono diventati tali solo dopo che turisti inglesi, francesi, tedeschi hanno preso a riscoprirli.
Nonostante un certo pessimismo legato al fatto di vedere ancora i giovani andare via, è fondamentale riscoprire e ricordare le nostre ricchezze, la nostra cultura, tutto quel che qui è nato (per fare un esempio, archeologia e sismologia sono discipline nate nel meridione d’Italia ed esportate nel resto del mondo).
Il messaggio più forte consiste proprio in questo: bisogna ricordare che l’idea di genocidio corrisponde a una serie di azioni volte a cancellare l’identità di un popolo. È necessario invece reagire, imparando dai vinti e dal passato e riappropriandosi con orgoglio della propria identità.