Ucraina, domani quarto convoglio Cri: Schintu 'chiedono cibo, la gente muore di fame'
16 marzo 2022

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Ucraina, domani quarto convoglio Cri: Schintu ‘chiedono cibo, la gente muore di fame’


La Croce Rossa italiana è a quota quattro. Domani mattina alle 5 partirà il quarto convoglio diretto in Romania, a Suceava, e poi da lì a Chenivtsi, in Ucraina. Tre tir con a bordo otto operatori e medicinali, cibo, sacchi a pelo e materiali di prima necessità. “Ci fermeremo a Suceava. Ed attenderemo disposizioni prima di inoltrarci in Ucraina”. Ignazio Schintu, direttore delle operazioni di emergenza della Croce Rossa italiana, dal Centro operativo Nazionale Emergenze racconta ai giornalisti le modalità di gestione degli aiuti ed annuncia la prossima apertura di un hub in Romania a Suceava che ottimizzerà la logistica: “ci permetterà di stoccare materiali in attesa dell’autorizzazione all’ingresso in Ucraina” e di effettuare spostamenti superiori ai 50km, ove consentito. Tanto più che l’area intorno a Chenitvtsi “non è più una zona tranquilla. Oggi ad esempio i colleghi del terzo convoglio ci hanno informato che al varco del confine per la Romania sono suonati gli allarmi”.

Dura circa venti ore il viaggio per la Romania, su strade impervie di montagna, innevate. “La guida dei tir è complessa in quel contesto”, spiega l’operatore. Più veloce il trasferimento alla base in Ucraina: “Sono circa 50 km”. Percorso attraversato quasi in staffetta finora da tre convogli: “un primo con cinque tir; il secondo con un solo tir per il trasporto di medicinali di emergenza; il terzo con 5″. Domani il quarto con 3 tir e nei prossimi giorni, “tra martedì e mercoledì altri 5 tir” carichi soprattuto di generi alimentari. “Adesso ci chiedono medicine, ma soprattutto cibo. La gente muore di fame. Ci stiamo infatti dedicando all’acquisto di vivande per persone ed animali. Predisponiamo gli aiuti in base alle richieste specifiche della Croce Rossa Ucraina, senza cui non potremmo fare questo lavoro”.

Parola d’ordine prudenza: “La cosa più importante è la sicurezza degli operatori e stoccare i soccorsi in posti sicuri. Chi parte senza certezze è folle. Noi in caso di emergenza resteremo al di là del confine”. Ad oggi la Croce Rossa italiana ha inviato in Ucraina circa 80 operatori, “non essendoci l’hub la forza lavoro va e viene”. Ma con l’hub l’organizzazione sarà ottimizzata.


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