Ucraina, Kiev: spenta centrale Zaporizhzhia
11 settembre 2022

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Ucraina, Kiev: spenta centrale Zaporizhzhia. Prosegue controffensiva


Mentre prosegue la controffensiva ucraina, funzionari di Kiev fanno sapere che la centrale nucleare di Zaporizhzhya è stata completamente disconnessa dalla rete elettrica ed è in fase di chiusura dopo che l’ultimo reattore, il numero sei, è stato spento. “È stato deciso di mettere il reattore numero sei nello stato più sicuro: lo stato freddo”, ha annunciato l’autorità nucleare ucraina Enerhoatom, riferendosi al reattore finale dell’impianto. Nonostante gli avvertimenti internazionali, la più grande centrale nucleare d’Europa è sotto tiro da settimane e Russia e Ucraina si incolpano a vicenda per l’escalation della situazione intorno alla struttura.

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Secondo Enerhoatom, l’impianto aveva già funzionato in “modalità isola” negli ultimi tre giorni, il che significa che stava producendo solo elettricità per la propria fornitura, poiché tutte le linee che lo collegavano alla rete elettrica ucraina erano state interrotte dai bombardamenti. Ieri sera è stata ripristinata la linea alla rete elettrica. Si è quindi deciso di alimentare la centrale nucleare attraverso questa linea e di spegnere l’ultimo reattore funzionante e raffreddarlo fino a uno stato freddo sicuro.

La cronaca – Intanto prosegue la controffensiva ucraina. Le truppe ucraine continuano ad avanzare e consolidare le posizioni sul fronte meridionale. Secondo Ukrinform, che cita il comando operativo ‘Sud’ dell’esercito ucraino: “Sono in corso battaglie di posizione, che portano all’avanzata delle truppe e al consolidamento dei territori. Il nemico preferisce il combattimento di controbatteria, cercando di evitare il contatto diretto. Il nemico subisce perdite e si ritira”, ha riferito il comando operativo, spiegando che ieri le truppe russe hanno lanciato 20 attacchi aerei sulle posizioni ucraine lungo la linea di contatto e nei territori adiacenti. In risposta, le forze armate ucraine hanno colpito le aree con maggiore concentrazione di armi e attrezzature nemiche vicino a Nova Kakhovka e Prydniprovske, nonché i depositi di munizioni intorno e nella città di Kherson.

“Nelle ultime 24 ore, le forze ucraine hanno continuato ad ottenere risultati significativi” nella loro avanzata “nella regione di Kharkiv. La Russia ha probabilmente ritirato proprie unità dall’area, ma i combattimenti proseguono intorno alle città strategicamente importanti di Kupiansk e Izyum”. A scriverlo, nell’ultimo aggiornamento diffuso dal ministero della Difesa di Londra, è l’intelligence britannica.

Le truppe russe si stanno ritirando da aree chiave della regione ucraina di Kharkiv tra cui la Izyum, ha dichiarato ieri il ministero della Difesa di Mosca. Le truppe russe si sarebbero ritirate anche dalla città di Balakliya, che gli ucraini avevano dichiarato di aver liberato la settimana scorsa.

Liberata anche Kupiansk. “Membri dell’Ssu sono a Kupiansk che è ed è sempre stata ucraina! Libereremo ogni centimetro della nostra terra!”, ha annunciato il Servizio di sicurezza ucraino (Ssu), citato da Ukrainska Pravda.

Kupiansk si trova lungo quella che era la linea del fronte fra russi e ucraini. Secondo il think tank americano Institute for the Study of War la città era “uno snodo logistico chiave” per i rifornimenti delle forze russe. Una mappa condivisa su Twitter da Veli-Pekka Kivimaki, analista dei servizi finlandesi, evidenzia come molte linee ferroviarie del nord est dell’Ucraina passino per Kupiansk.

Diversi canali Telegram pro russi ammettono che le forze ucraine hanno preso il controllo di Kupiansk e che le truppe russe hanno lasciato anche la città di Izyum.

Zelensky – Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha dichiarato che dall’inizio del mese l’esercito ucraino ha riconquistato circa 2.000 chilometri quadrati di territorio in aree precedentemente occupate dalla Russia. Nel suo discorso serale quotidiano, Zelensky ha ringraziato tutti i soldati che hanno partecipato alla riconquista del territorio nella regione di Kharkiv. L’esercito russo ha fatto una “buona scelta” fuggendo, ha affermato: “Non c’è e non ci sarà posto per gli occupanti in Ucraina”.

“In questi giorni l’esercito russo sta dando il meglio di sé, mostrando le spalle. E, dopo tutto, è una buona scelta per loro scappare. Non c’è e non ci sarà posto per gli occupanti in Ucraina”, ha dichiarato ancora il presidente ucraino dopo la conferma del ministero della Difesa russo del ritiro delle forze di Mosca da Izyum e Balakliya, nell’oblast orientale ucraino di Kharkiv. Liberata dalle truppe di Kiev anche la città di Kupiansk, considerata uno snodo logistico chiave” per i rifornimenti delle forze russe.

Secondo l’ultima valutazione dell’intelligence britannica, pubblicata sull’account Twitter del ministero della Difesa, le forze di Kiev sono avanzate “fino a 50 chilometri nel territorio precedentemente controllato dalla Russia” nella regione di Kharkiv. Le forze russe sono sotto pressione “sia sul fianco settentrionale che su quello meridionale” del conflitto, è stato precisato. Ieri, Zelensky ha affermato che le truppe ucraine hanno riconquistato più di 30 tra città e villaggi nella regione di Kharkiv.

I funzionari russi insediati nella regione di Kharkiv hanno nel frattempo invitato i residenti delle aree precedentemente sotto il loro controllo a fuggire mentre le forze ucraine guadagnano terreno. “Raccomando ancora una volta a tutti i residenti della regione di Kharkiv di lasciare l’area per proteggere le loro vite e la loro salute”, ha dichiarato sabato il capo dell’amministrazione militare russa, Vitaly Gantshev, secondo l’agenzia russa TASS.

Mosca: “Non è ritiro, truppe in Donbass” – In una dichiarazione diffusa da Ria Novosti, il ministero della Difesa russo ha spiegato che è stata presa la decisione di “raggruppare le truppe russe di stanza nelle regioni di Balakliya e Izyum” e “intensificare gli sforzi nel Donetsk” al fine si raggiungere “gli obiettivi prefissati con l’operazione militare speciale” e “liberare” il Donbass. La stessa fonte ha poi reso noto che sono stati organizzati diversi “diversivi ed eventi dimostrativi” per occultare “le reali azioni delle truppe” e consentire il ritiro.


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