Proprio all’inizio della guerra di Russia, nel febbraio dello scorso anno, le forze ucraine hanno respinto un’avanzata delle truppe russe fuori dalla Bielorussia e dirette verso Kiev. Una colonna di carri armati e veicoli russi lunga molti chilometri è stata decimata nelle fitte foreste a nord di Kiev e costretta a ritirarsi. La leadership ucraina teme un altro attacco dell’esercito russo, che da diverse settimane sta schierando unità lungo il confine con l’Ucraina in Bielorussia.
IL MESSAGGIO DI ZELENSKY – “Nuova tappa della nostra maratona diplomatica”, ha detto intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto videomessaggio serale su Telegram. “Ho parlato ai leader degli stati europei della situazione sul campo di battaglia: le difficili condizioni della regione di Donetsk, i continui attacchi russi, il fatto che la Russia non conta le sue vittime, non risparmia la gente del posto e non si ferma davanti a nessuna azione criminale”.
“L’unica difesa può essere data solo dalle moderne attrezzature militari che l’Ucraina può ottenere dai partner. Ringrazio tutti i leader che ci aiutano per aver compreso che ora è il momento di nuove decisioni. Il mondo libero ha tutto il necessario per fermare l’aggressione russa e portare lo stato terrorista a una sconfitta storica. È importante per la democrazia globale, per tutti coloro che apprezzano la libertà. Ringrazio tutti coloro che ci aiutano a difendere l’Ucraina e la libertà, lottano per l’indipendenza e lavorano per rafforzare l’Ucraina”, ha aggiunto.
LE VITTIME CIVILI – L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha confermato la morte di 6.952 persone, mentre i feriti sono stati 11.144 tra i civili in Ucraina a seguito dell’invasione su vasta scala della Russia. L’Onu ha sottolineato che il bilancio effettivo delle vittime è molto più alto perché ci sono ritardi nel ricevere informazioni da alcuni luoghi, dove sono in corso i combattimenti e molti rapporti devono ancora essere confermati. “Questo vale, ad esempio, per gli insediamenti di Mariupol, Izyum, Lysychansk, Popasna e Severodonetsk, dove, secondo i rapporti, si sono verificati numerosi casi di morte o ferimento di civili”, aggiunge l’organizzazione.