Ma cos’è l’effetto nocebo? La definizione fa riferimento agli effetti collaterali associati ad una sostanza che non è in grado di produrre conseguenze. Nei trial, quindi, non sarebbe stato il vaccino a provocare mal di testa, stanchezza, dolore al braccio. “Dire ai pazienti che” la somministrazione del vaccino “ha effetti collaterali simili a quelli prodotti dal placebo nei trial riduce l’ansia e induce i pazienti a prendersi del tempo per valutare gli effetti stessi”, dice Ted Kaptchuk, professore all’ Harvard medical school e autore dello studio. “Servono in ogni caso altri dati”, aggiunge.
Kaptchuck e la collega Julia Haas, del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, hanno analizzato gli eventi avversi durante i vari studi. In ogni trial, a chi ha ricevuto il placebo è stata somministrata una soluzione salina. Più del 35% delle persone ‘vaccinate’ con il placebo hanno lamentato mal di testa e stanchezza, mentre il 16% ha fatto riferimento a dolore, arrossamento e gonfiore nel punto dell’iniezione.
Nel complesso, i ricercatori hanno calcolato che circa due terzi degli effetti collaterali comuni riportati negli studi sui vaccini covid sono collegati all’effetto nocebo. Il discorso in particolare vale per mal di testa e affaticamento, che i bugiardini dei volantini inseriscono tra le reazioni avverse più comuni dopo un’iniezione. La ricerca potrebbe indurre a pensare che che le informazioni sugli effetti collaterali possano spingere le persone ad attribuire erroneamente disturbi comuni al vaccino o a valutare in maniera errata le proprie condizioni. Il professor Kaptchuk sostiene in ogni caso che tali informazioni vadano fornite nel modo più ampio ed esaustivo possibile: “La maggior parte dei ricercatori sostiene che ai pazienti dovrebbe essere dette meno cose sugli effetti collaterali per ridurre l’ansia. Io – si legge sul Guardian- oenso che questo sia sbagliato. Bisogna seguire la via dell’onestà”.