Una frattura dovuta “a diverse cause, una di lungo periodo e due di breve periodo. Quella di lungo periodo è ascrivibile al riscaldamento globale, al fatto cioè che il ghiacciaio si sta riducendo e quindi è sempre più fragile”. A cui si aggiunge “il fatto che quest’anno ha nevicato poco, quindi c’è poca neve residua che protegge il ghiacciaio dal caldo estivo, ma soprattutto che sono settimane e settimane nel corso delle quali abbiamo registrato valori di temperatura straordinariamente elevati, molto al di sopra delle medie normali di giugno e luglio”.
“Un caldo perdurante, aggravato da quest’ultima ondata di calore che arriva dal Nord Africa – prosegue Colucci – che ha portato ad avere tanta acqua liquida, che si è messa a scorrere dentro il ghiacciaio e alla base del ghiacciaio stesso, di fatto lubrificando il contatto tra il ghiacciaio e la roccia o tra uno strato e l’altro di ghiaccio e quindi facendo sì che questo pezzo molto grande di ghiaccio si staccasse e crollasse verso valle”.
Se il crollo non stupisce, lo fanno però le sue conseguenze: almeno 6 i morti e 8 i feriti. “Se il seracco fosse caduto di notte, non sarebbe successo niente. Ci sarebbero solo state il giorno dopo persone a fotografare la montagna di ghiaccio venuta giù. Invece è caduta nel momento in cui c’erano delle cordate e il risultato è questo”.