Sette grandi marchi dell’olio: Carapelli, Santa Sabina, Bertolli, Coricelli, Sasso, Primadonna (nella versione confezionata per la Lidl) e Antica Badia (per Eurospin), alcuni recentemente acquisiti da gruppi stranieri, sono accusati di aver messo in vendita come extravergine quello che in realtà era semplice olio di oliva. Il reato, contestato loro dal Pubblico ministero di Torino, Raffaele Guariniello, è quello di frode in commercio.
Va sottolineato il fatto che, al di là della possibile frode, non sussistono rischi per la salute poiché nessuna delle sostanze analizzate può essere considerata nociva per la salute degli acquirenti.
L’indagine è partita da una segnalazione emersa a maggio scorso di una testata di tutela dei consumatori (Test) che alcuni mesi fa aveva preso in esame 20 diverse bottiglie di olio extravergine d’oliva declassandone ben 9 per la presenza di difetti organolettici o per il mancato rispetto di alcuni parametri chimici.
«A favorire le frodi», afferma la Coldiretti «è certamente il record di importazioni con l’arrivo dall’estero nel 2014 di ben 666 mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38 per cento rispetto all’anno precedente».