Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli
12 agosto 2022
Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli

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Visite saltate, dialisi in ritardo, infiltrazioni in sale operatorie: nota stampa del Comitato Pro Ospedale del Reventino


A volte rimane complicato pure capire le dinamiche che avvolgono l’ospedale. Sarà ferragosto, sarà la distanza dalle stanze dei bottoni, ma qui si capitola di fronte ai minimi requisiti posti in essere da ogni Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. Raccontarlo sembra più il Tito Andronico di Shakespeare che la cruda realtà. Lunedì è mancata la pediatra, che tra l’altro è presente a giorni alterni. Martedì è mancato l’ortopedico, che viene una volta a settimana. E’ significativo l’evento capitato proprio lunedì un ragazzo prenotato per togliere il gesso; recatosi al Pronto Soccorso gli viene detto che non c’era l’ortopedico e mandato in radiologia per fare una lastra, ivi giunto si sente dire che un guasto impediva di farla ed è dovuto trasmigrare a Lamezia. Succedono spesso questi episodi. E succede spesso che anche l’oncologa salta il suo unico giorno dedicato alle visite ambulatoriali. Ma c’è di più, sempre per un’avaria l’altro giorno i dializzati sono stati sottoposti a trattamento con quasi tre ore di ritardo. Rimane altresì operativo il piano di contingentazione del Covid che oramai è passato nel resto del pianeta, mentre qui vige. Analisi a numero chiuso con prenotazione, mentre la medicina territoriale contestualizzata nel nosocomio non è da meno: massimo sei visite ambulatoriali per l’otorino, per l’oculista, per l’endocrinologa, tutti che fanno ambulatorio una volta a settimana, se ne deduce che a ritmi contati è come se facessero una visita al giorno. A patire queste discrasie sono soprattutto le fasce deboli, i così detti fragili: anziani e malati cronici che di fronte all’inefficienza non sanno a che santo votarsi. Soggetti che molto spesso si vedono negare un diritto e sono costretti a fare ricorso in strutture sanitarie private dislocate a un’ora, a volte più, di macchina. Intanto i temporali estivi trasudano acqua dal tetto della struttura che conta parecchie crepe dove l’acqua si infiltra arrivando alle sale operatorie (allo stato chiuse proprio per questa ragione) e anche oltre. Ma ci chiediamo: la struttura che governa la sanità e a conoscenza di tutto questo? Esiste un faldone su questo benedetto ospedale che ponga la sua questione all’attenzione dei vari amministratori? Perché oltre, oltre queste narrazioni c’è solo Canossa.

 


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