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9 aprile 2019

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Convegno legalità e corruzione UMG. Gratteri superstar, ministro Bonafede: «Piaga sociale che penalizza giovani meritevoli. Priorità assoluta alla lotta alla corruzione»


«La corruzione non riguarda solo la giustizia, investe anche la dimensione sociale, economica e culturale. Pensiamo agli effetti devastanti della pratica corruttiva nel settore della sanità o delle infrastrutture. La corruzione relega la meritocrazia all’ultimo posto nella scala dei valori di una società, sbarrando la strada a tanti giovani meritevoli e preparati a cui vengono negate opportunità e prospettive di realizzazione».

Così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è intervenuto nel corso del convegno “Legalità dell’azione amministrativa e contrasto alla corruzione”, svoltosi nella sede dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
All’importante evento hanno partecipato il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, il presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin, il consigliere del Csm Piercamillo Davigo, Roberto Montà, presidente di “Avviso pubblico”, il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio.
Ai lavori, coordinati da Maurizio Moscara, presidente di “Officine della Legalita'” e Unscp, sono intervenuti anche Ida Nicotra, componente Anac, Arturo Bova, presidente della Commissione regionale antindrangheta e Vito Tenore, Consigliere Corte dei Conti. L’evento è stato organizzato dal prof. Fulvio_Gigliotti, ordinario di Diritto privato dell’UMG e Consigliere CSM.

Il ministro Bonafede, rivendicando il risultato raggiunto, lo scorso dicembre, con l’approvazione della legge anticorruzione il Guardasigilli ha aggiunto: ”La lotta alla corruzione deve essere una priorità nell’agenda di chi governa: noi lo abbiamo fatto e, infatti, la nuova legge è stata approvata in tempi record. Un provvedimento che prevede innovazioni molto forti e strumenti di cui si è parlato a lungo e che ora finalmente sono norme del nostro ordinamento”.

Bonafede ha, inoltre, illustrato i punti qualificanti della riforma: «Abbiamo puntato sul rafforzamento dell’efficacia delle indagini, per esempio con la figura dell’agente sotto copertura, che non può minimamente essere confuso con l’agente provocatore: si tratta di due previsioni molto diverse. Altra novità di grande impatto è quella del Daspo per i corrotti, ossia l’incapacità perpetua a contrarre con la P.A. per i condannati per reati corruttivi: un messaggio molto potente che abbiamo lanciato ai giovani e ai cittadini onesti del nostro Paese”. Il Guardasigilli ha, poi, sottolineato l’importanza degli strumenti tecnologici per le indagini in materia di corruzione: “La tecnologia è accessibile ormai a tutti e anche alla criminalità organizzata. Lo Stato non può rimanere indietro in questa sfida cruciale. Dobbiamo essere sempre all’avanguardia nell’utilizzo delle nuove tecnologie, per questo abbiamo potenziato mezzi come le intercettazioni e i trojan horse».

Il ministro Bonafede, chiarendo come «anche le mafie spesso utilizzino la corruzione per infiltrare le pubbliche amministrazioni», ha, infine, ribadito la necessità dell’intervento realizzato in tema di prescrizione: «I cittadini non comprendono il senso di un sistema in cui anche il responsabile di reati molto gravi riesce a sottrarsi alla sua condanna. La nostra legge ha ripristinato il principio della certezza della pena che deve sempre camminare di pari passo con la finalità della rieducazione. Quello della prescrizione è il tema di maggiore distanza tra cittadini e istituzioni. Un sistema giustizia degno di questo nome deve essere in grado di fornire risposte certe e definitive. Ne va della credibilità dello Stato».
Gli interventi della giornata sono stati tutti di altissimo livello e molto apprezzati da una folla di studenti, giornalisti e semplici cittadini che sono rimasti ad ascoltare i relatori per tutto il giorno, sia nella sessione mattutina che in quella pomeridiana. Scroscianti applausi hanno accolto alla fine Nicola Gratteri che, in un lungo e articolato intervento, ha spiegato come e perchè il reato di corruzione debba essere considerato come l’associazione mafiosa e suggerito modi e strumenti per migliorare tutte le azioni rivolte alla lotta contro una vera e propria piaga sociale.


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