L’UFFICIO DI ORBAN RESPINGE LE ACCUSE
Tra le prime reazioni al WP, quella dell’ufficio del primo ministro ungherese Viktor Orban. “In Ungheria, gli organi statali autorizzati a utilizzare strumenti in incognito sono regolarmente monitorati da istituzioni governative e non governative”, ha affermato l’ufficio del premier. “Avete fatto le stesse domande ai governi degli Stati Uniti d’America, del Regno Unito, della Germania o della Francia?”.
COS’E’ PEGASUS
Pegasus è concepito per aggirare le difese degli iPhones e degli smartphone Android. Gli attacchi lasciano pochissime tracce. Le tradizionali misure – password ordinarie e complesse – sono scarsamente utili. Pegasus può insinuarsi rubando foto, registrazioni, dati relativi alla localizzazione, telefonate, password, registri di chiamata, post pubblicati sui social. Il programma può anche attivare telecamera e microfono dello smartphone.
CHI E’ STATO SPIATO
Non sono chiari gli autori materiali della lista o i motivi specifici per cui i soggetti siano stati spiati. Il lavoro svolto da Forbidden Stories, un’organizzazione no profit di base a Parigi, e da Amnesty International è stato determinante per consentire di identificare oltre 1.000 persone spiate in oltre 50 paesi di 4 continenti: spiccano oltre 600 tra politici e figure istituzionali di rilievo. Nella lista, secondo il Washington Post, figurano anche primi ministri. Accanto a loro mnistri, diplomatici, militari. E poi almeno 65 manager, 85 attivisti per i diritti umani, 189 giornalisti. Ci sarebbero anche diversi membri della famiglia reale saudita, nell’elenco che comprende 37 soggetti legati a titolo diverso all’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Tra i giornalisti, nomi riconducibili a CNN, Associated Press, Voice of America, New York Times, Wall Street Journal, Bloomberg News, Le Mondee, Financial Timese e Al Jazeera.
COSA DICE L’AZIENDA ISRAELIANA
Pegasus, scrive il Washington Post, sarebbe stato concepito come strumento per monitorare l’attività di terroristi e criminali di rilievo. La società NSO ha giudicato privi di fondamento i risultati dell’inchiesta sottolineando -si legge- che non gestisce il software ceduto ai propri clienti e non “ha elementi” relativi alle specifiche attività di intelligence. “Detto chiaramente -afferma l’azienda- MSO Group è impegnato in una messione di salvataggio e continuerà a svolgerla nonostante tutti i continui tentativi di screditarne l’operato su basi false”. La compagnia ha negato ogni coinvolgimento in attività contro Khashoggi e ha aggiunto che “continuerà a indagare” sulla base di tutte “le segnalazioni credibili di abuso” di Pegasus e “adotterà le azioni appropriate sulla base dei risultati di tali indagini”. Tali azioni comprendono anche “la chiusura del sistema di clienti” che abbiano agito in modo scorretto: “NSO ha dimostrato di avere la capacità e la volontà di farlo, lo ha fatto più volte in passato e non esiterà a farlo ancora se una situazione lo richiede”, la posizione dell’azienda riportata dal WP.