E’ prematuramente scomparso, all’età di 58 anni, Christopher Duggan docente di storia italiana nonché direttore del Centre for the Advanced Study of Italian Society all’Università di Reading.
Allievo di Denis Mack Smith, il prof. Duggan aveva pubblicato il suo primo libro, nato dal lavoro precedentemente svolto per la tesi di dottorato, da Rubbettino nel 1986 con il titolo La mafia durante il fascismo. Il libro divenne sin da subito una delle pietre miliari per gli studi sulla mafia. A questo libro di quello che era ancora un giovane studioso, il 10 gennaio 1987, Leonardo Sciascia, sulle pagine del Corriere della Sera, dedicò un lungo articolo intitolato “I professionisti dell’Antimafia” che gli valse non poche polemiche e la progressiva emarginazione dell’allora intellighenzia italiana.
Scrive Sciascia:
«…voglio ora dire di un libro recentemente pubblicato da un editore di Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro: Rubbettino. Il libro s’intitola La mafia durante il fascismo, e ne è autore Christopher Duggan, giovane «ricercatore» dell’Università di Oxford e allievo dì Denis Mack Smith, che ha scritto una breve presentazione del libro soprattutto mettendone in luce la novità e utilità nel fatto che l’attenzione dell’autore è rivolta non tanto alla mafia in sé quanto a quel che si pensava la mafia fosse e perché: punto focale, ancora oggi, della questione: per chi – si capisce – sa vedere, meditare e preoccuparsi; per chi sa andare oltre le apparenze e non si lascia travolgere dalla retorica nazionale che in questo momento del problema della mafia si bea come prima si beava di ignorarlo o, al massimo, di assommarlo al pittoresco di un’isola pittoresca, al colore locale, alla particolarità folcloristica.»
Ancora una volta, lo sguardo esterno, era funzionale a una visione più oggettiva della nostra realtà.