La «Buona Scuola» del governo Renzi sta alimentando molte reazioni da parte delle parti coinvolte, in particolare, dai docenti e dalle rappresentante sindacali degli stessi, e un articolato dibattito sulle implicazioni del nuovo ruolo («da sceriffi») che la riforma assegna ai dirigenti scolastici in tema di gestione dei bonus da riconoscere ai docenti più meritevoli.
«Premiare i più meritevoli», sostiene Francesco Aiello, Ordinario di Politica economica presso l’Università della Calabria «è un principio che deve essere condiviso e introdotto in tutte le attività, compresa la scuola», sebbene «sia fondamentale individuare i più bravi con metodi corretti e introdurre l’extra-salario con rigore e con indipendenza da parte di chi decide di erogarlo».
In un articolo pubblicato oggi sul sito opencalabria.com, dal titolo Perché dovremmo premiare i docenti più bravi, il professore Aiello motiva le distorsioni esistenti nel sistema scolastico nazionale determinate dal meccanismo della retribuzione unica dei docenti e spiega «come si possa uscire dalla tendenza verso l’appiattimento motivazionale e il basso sforzo presente nelle scuole».
Si tratta di una proposta complementare alla «Buona Scuola» di Renzi. Quest’ultima è viziata dal fatto che non garantisce l’indipendenza del valutatore, ossia di colui che deve distinguere i bravi dai meno bravi. Inoltre, le risorse mobilitate dal governo sono esigue, tali cioè da non «alterare gli incentivi a far bene da parte dei docenti». E’ una riforma basata «su principi condivisibili, ma vuota di metodi, contenuti e di risorse. Un fallimento preannunciato».
L’articolo spiega, infine, come la Regione Calabria possa fare molto su questi temi. Potrebbe, per esempio, avviare un progetto pilota, con finalità complementari alle attività ministeriali, per capire se un sistema di incentivi, ben strutturato e a favore dei docenti più «dinamici», possa contribuire ad innalzare i livelli di competenze degli studenti calabresi.
http://www.opencalabria.com/premiare-docenti-bravi/