Si è svolto con successo il 30 gennaio presso il Tip Teatro di Lamezia, all’interno della rassegna culturale Impressioni Mobili, il primo appuntamento letterario di Contemporanea, a cura di Open Space Associazione Culturale, che ha inteso toccare con immagini, musica e parole Edgar Lee Masters di cui, fra le maggiori opere, si ricorda l’Antologia di Spoon River.
A seguire si è svolto il primo workshop di scrittura partecipata Testuali Parole, curato da Manifest. (Manifest Blog: Testuali parole, workshop di scrittura partecipata Crea il tuo epitaffio)
Alcuni epitaffi emersi durante il workshop:
Ho passato gran parte del tempo
A pensare sul tempo,
gli anni mi volarono
a sproposito
su nomi, scritture, libri e storie –
ma non appena ponevo loro
la parola fine
in un solo respiro
loro ricominciavano
daccapo sempre uguali
e sempre diversi –
Ho giocato a leggere
E a recitare,
da un angolo
all’altro della città –
profanatemi, se volete,
e ditemi voi
se all’ultimo spettacolo
c’è stata davvero
la fine.
di Domenico D’Agostino
Qui giace, in polvere di miseria, un uomo che ha tentato di vivere,
seppur sopportando una effimera verità.
Ho esorcizzato il male di vivere trasformandolo in poesia, ho cercato
Risposte nel passato piccolo del mio ambiente natale, e in quello più
Importante di una Italia che con difficoltà ho cercato di amare come
Figlio modello.
Sono polvere confusa con Sali minerali, potassio, azoto, sono nutrimento
Di un albero (o forse una foresta?) che a differenza del mio nome, sarà
Utile difendere, conservare, amare spassionatamente.
Vorrei dirvi, ora che “non sono più”, dimenticatemi.
Ma ogni mia parola, ogni mio scritto, ogni mia provocazione è stato un
Tentativo, forse fallimentare, di non essere annoverato nel grande
dimenticatoio della storia umana.
di Matteo Scalise
Molte e molte volte
Mi chiesero chi ero e
Da dove venissi.
Io rispondevo: da un
Luogo di luce e di
Mare.
E non sapevo come fossi finita qui,
in questa terra meravigliosa e desolata.
Forse per amore.
di Annamaria Persico
Da disadattato per tutta la vita
Scelsi di occuparmi dei disadattati.
Iniziai la vita da bipede ma nel mezzo
Dell’adolescenza diventai un quattro ruote
Studiai legge, per aiutare i miei simili
Ma non venni mai ringraziato. Ad un certo punto
Decisi di occuparmi degli altri divertendomi
E raccontando la mia vita. Farò questo per
Il resto dei miei giorni. Morrò ne sono
Certo ma morrò succhiando il miele della
Vita
di Antonio Saffioti
Sotto questo manto d’erba e papaveri
Giace una mente folle e creativa.
Con la sua arte ha riscoperto
Il senso del bello e la gioia delle
Piccole cose, condividendolo col mondo.
Critica teatrale, scrittrice, pittrice
E prima presidentessa della Repubblica
Donna!
di Ylenia Caruso
Ho sognato una me
Ingravidata,
oggi non ho più paura
parlo con la morte,
e mi sorprendo viva.
di Valeria D’Agostino
Per tutta la vita rincorsi la morte
Tentando di corteggiarla, di compenetrarla
Diverse volte, provando di farla mia, per far sì
Che lei mi facesse suo.
Con la senescenza cessai di rincorrere tante cose
Fra le quali anche la morte:
fu allora che la morte, io,
me la sentì addosso!
Gravava su ogni flaccido muscolo;
fra le molte pieghe della mia, ormai, rugosa pelle,
come rigagnolo pestilenziale, fluisce
la parola: lapide.
«Qui giace Giovanni Mazzei
Morto così come è nato:
senza far nulla per volerlo,
senza far nulla per evitarlo»
di Giovanni Mazzei
Stette sul ramo della vita
Ad osservarla scorrere.
Silenzi e parole riempirono
Il suo tempo
Tinto d’inchiostro su
Pagine bianche.
Fogli colmi d’esistenza
Scandirono le sue ore.
Ora giace dopo lo schianto,
lasciando ad altri i suoi
pensieri scritti
e tacendo in eterno
quelli mai rivelati.
di Daniela Lucia
Per non soffrire più
Non eliminiamo la nostra
Sensibilità
Ma tutto ciò che ci
Impedisce
Di viverla a pieno.
di Raoul Serratore
Qui giacciono le stanche spoglie di
Chi ha fatto o provato a fare qualcosa, di
Chi ha detto o provato a dire qualcosa, di
Chi ha pensato o provato a pensare qualcosa, di
Chi ha amato o provato ad amare qualcosa.
di Antonio Pagliuso
Di doppia luce visse, di tenebre e sole,
paura e avventura,
sfacciata e frenata;
di libertà e immaginazione,
di determinazione ed entusiasmo,
di fedeltà nell’amore,
creativa nello spirito.
Figlia di un Dio ferito perché incarnato,
io ferita perché di carne.
di Claudia Foresta
Quando morirò possa comunque
Allah perdonare la mia anima
Passata, mi chiamo Muhammad
Samir, il nome del nostro profeta.
di Samir
Da infante predisposta ad un perenne urlo
Da adolescente rivolta ad un continuo e sollecitato
subbuglio
Da adulta precursore di una ricercata giustizia
Da anziana speranzosa di una accoglienza senza mestizia
Da morta vogliosa di guardare da un’altura
celestiale
al di sotto una folla di nostalgici che
la sottoscritta
non possono dimenticare
mentre con soddisfazione sto a guardare
e con un gesto mando tutti a…
altrove senza ipocrisia a dover…andare!!!
di Rita Giura
Valeria D’Agostino