Alcuni amici cari, da tanto tempo mi hanno chiesto più e più volte di scrivere per un pubblico più vasto della mia pagina Facebook, le mie parole. Più volte ho detto no, ma dopo l’ennesima richiesta di Annamaria Persico, Annamarì per me, ho detto si, tanto scriverei comunque. Ed allora ecco il primo dei miei scritti in quella che diverrà una rubrica stabile. La chiamerò “Le randagiate verbali” e si, perchè ho chiesto di non avere un tema prestabilito, tipo la posta del cuore o le risposte del direttore od il trafiletto d’arte, storia e cultura.
No, io voglio parlare, come ho sempre fatto, di quel che so, di quel che “sento”, di quel che mi piace e di quel che mi lascia Basita (solo alcuni tra i miei amici intimi, riderà sul termine Basita…), ma ve ne parlerò un giorno o forse no, vedremo. Dunque, a rischio e pericolo solo vostro, inizio quest’avventura con un saluto d’obbligo…
Ciao, vi sono mancata? No, neanche ve ne siete accorti che da sei giorni non sto su fb, io invece me ne sono accorta, non di non esserci, ma che non avevo più notizie di voi tutti. Quando il 16 c.m. ho scritto il mio penultimo post su fb, salutando i miei pochissimi amici di social, ho spiegato che avevo bisogno di disintossicarmi dai troppi post di questo periodo pandemico.
Direi che in giro c’è tutto ed il suo contrario, non siete più voi, almeno la maggioranza di voi. Vi siete persi in questo giro di giostra che quest’evento ha scatenato, siete diventati noiosi e petulanti. Avete sprecato questo tempo dietro ad articoli catastrofisti o complottisti, dietro a canzoni, foto di torte, pizze e biscotterie varie, libri di cui pubblicare solo la copertina e perché invece non scrivere 10 righe per recensirlo? Ognuno la sua recensione. Ma nooooo, troppo figo per fb.
Ma lo sapete che quel tempo, questo tempo, non ci verrà restituito mai più? Immaginate una sfera di Natale, una di quelle con la finta neve dentro e la slitta e Babbo Natale, ecco ora mettetevi davanti ad uno specchio, la neve non vi serve. Siete (forse siamo) in una gigantesca sfera dove al posto della finta neve, state vivendo una finta vita, dove al posto della slitta c’è l’armadio, o la libreria che è uguale, svuotato e rimesso in ordine, al posto di Babbo Natale ci siamo noi.
Però, quando le forti scosse dell’isolamento hanno agitato la sfera/vita invece che agitarci come appunto fa la neve atona nella sfera e dare seguito a isterie collettive di notizie più o meno vere/ false dovremmo ballare come i fiocchi fanno nell’aria.
Ho cercato di viverlo al meglio questo tempo e su fb non si può. Ho fatto e ricevuto lunghissime telefonate splendide. Ho partecipato a varie videochat collettive come se fossi ad un teatro e lo spettacolo eravamo noi amici da rivedere, un grande magnifico e bellissimo spettacolo.
Ho goduto del vero silenzio e quando mi ha stancato, ho riempito l’aria di canzoni e balli. Certo anch’io ho fatto torte, pizze e quant’altro, ma come ho sempre fatto, uguale. Anch’io ho 8 o 10 libri che amo più degli altri. Anch’io mi commuovo con l’Inno di Mameli. Sono uscita tre volte a far la spesa, di più non serviva, ma non solo a me, non serve di più a nessuno, basta organizzarsi. Ho messo mascherina e guanti, ho provato disagio, disgusto, rabbia, impotenza, tristezza, ho perso il giorno della settimana…cos’è martedì, giovedì o domenica? Una quasi perenne domenica assurda. Ma, per favore, restiamo quel che eravamo, per questo ci eravamo scelti, per questo si era amici, tanto siamo quel che siamo nel bene e nel male.
Queste due settimane che ci aspettano, così come sappiamo fin qui, approfittate per viverle voi e non farvele vivere dagli altri. L’informazione è un dovere, la partecipazione è un dovere, la democrazia è un diritto, ma tra tutto e sopra tutto io scelgo la felicità, mi manca la libertà, ma ritornerà. Il tempo perso sarà solo perso, se non lo passeremo in felicità.
Daniela Fittante