“Questo tour sarà la chiusura di un percorso che è durato 3 anni. Più che un concerto sarà un saluto a tutti quelli che hanno sostenuto il disco ‘Nei letti degli altri'”, dice l’artista. Lo show è diviso in tre parti: la partenza, il percorso e l’arrivo. Della sua partenza, quella che lo vedo bambino, Mahmmod racconta: “Per la cover di ‘Sottomarini’ ho voluto utilizzare la mia foto da piccolo con la parrucca fucsia perché mi ha sempre imbarazzato. Rivederla dopo tanti anni e ritrovarci forza e originalità, è stato un omaggio al me bambino e un modo per liberarmi da quell’imbarazzo”. Da quella parrucca fucsia Mahmood ne ha fatta di strada e oggi conta 37 dischi di platino e 6 dischi d’oro in Italia, 6 dischi di platino e 3 dischi d’oro all’estero e ha oltre 4 miliardi di stream totali all’attivo.
I viaggi e la voglia di scrivere
Per Mahmood la conferma al suo talento è arrivata grazie ad un percorso da autore. “Quando ho iniziato a scrivere canzoni per altri ho più o meno realizzato che potevo vivere di musica”, rivela l’artista che sul suo stato d’animo attuale dice: “E’ la calma prima della tempesta perché devo ancora iniziare ad elaborare il tour di maggio. Dobbiamo ancora lavorare su alcuni dettagli e ci sarà qualche novità”. Dopo la data del 25 maggio a Milano, Mahmood prenderà una pausa: “Sì, ne ho bisogno. Sento il bisogno di tornare a scrivere per me. Sono passati due anni e mezzo dall’ultima volta. Voglio chiudermi in studio e capire a che punto sono, riprendere il filo di un discorso interrotto. È come un tuffo nel buio, un nuovo inizio in cui raccontarmi di nuovo. In questi due anni e mezzo ho lavorato tanto, ma ho vissuto poco. Ora voglio fare esperienze, conoscere persone, vedere posti nuovi e poi raccontarli. È quello che amo fare di più”.
E raggiungere il traguardo degli stadi al momento non è nei suoi programmi: “Per me era già presto fare i palazzetti”, afferma. “Ho bisogno di tempo per capire e spaziare tutto ciò che voglio portare sul palco. Per me – prosegue Mahmood – è stato già tanto difficile lasciare la dimensione club, dove in 4 anni mi sono evoluto e ho imparato a gestirmi. Più che ansia da prestazione, provo tristezza a dover già lasciare una dimensione in cui mi sento a mio agio”. E aggiunge: “Lo stadio non è nei miei programmi anche perché penso ‘dopo lo stadio cosa c’è?’ Mi immagino allo stadio per celebrare anni e anni di carriera. Io, invece, mi sento abbastanza agli inizi e preferisco che il percorso sia il più lungo possibile”.
Geppi Cucciari e il sogno nel cassetto
Mahmood, critico verso se stesso, affascinato dal cinema e con un sogno nel cassetto: divertirsi sempre. Le critiche più severe? Le sue. “Sono abbastanza autocritico, mi basto da solo”, confessa. E rivela una passione per il cinema: “Guardo tantissimi film e a volte mi faccio dei viaggi nel cervello come se stessi vivendo il mio piccolo film”. Se fosse attore? “Sarebbe un film splatter”. Tanti i duetti che sogna, ma il vero obiettivo è uno solo: “Riuscire sempre a divertirmi fino alla fine”.
C’è poi l’amicizia con Geppi Cucciari, nata sul palco di Sanremo 2025 dove erano co-conduttori. Recentemente i due artisti di origini sarde (Mahmood da parte di madre) si sono anche esibiti a ‘Splendida Cornice’, sulle note di ‘Spunta la luna dal monte’. “Ormai siamo una gang. Abbiamo legato tantissimo e avevamo preparato quel numero per Sanremo”, racconta Mahmood che sull’esperienza sanremese come presentatore si dice soddisfatto: “Mi sono rivisto e mi sono piaciuto. Di solito mi imbarazzo quando mi rivedo, ma questa volta no”. Riguardo a ‘Tuta Gold’, il brano più venduto in Italia l’anno scorso ma arrivato sesto a Sanremo 2024, Mahmood dice: “Mi sarei dispiaciuto se non fosse arrivato al pubblico. L’importante è che la musica raggiunga le persone. E poi lo scorso Sanremo è stato quello che in cui mi sono divertito di più”. Un ritorno in gara al Festival di Conti? “Sì, se c’è un progetto valido, una canzone di cui sono convinto. Sanremo è un’occasione preziosa per mostrare la propria evoluzione artistica. E’ un palco che non ti cambia ma che tocca a te cambiare”. (di Loredana Errico)