Il trend è confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito Ue, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia e Arma dei Carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi intercorrenti e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento omicidiario, quali l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.
Le vittime
Dallo studio, in particolare, emerge, con riferimento al genere delle vittime, che al significativo decremento del numero complessivo degli omicidi rilevato tra il 2015 e il 2024 (-33%) corrisponde una flessione del 38% degli eventi con vittime maschili (da 330 a 206) e del 22% di quelli con vittime femminili (da 145 a 113). Con riferimento all’età delle vittime, i dati del 2024 attestano che nel 2024 la maggior parte di queste (35%) è di età compresa tra i 41 ed i 64 anni (40% nel 2023), mentre l’incidenza delle vittime minorenni, pari al 7%, risulta quasi raddoppiata rispetto al 2023 (4%). Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%.
Gli autori e le regioni con il maggior numero di omicidi
Per quanto riguarda gli autori (gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi), la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra i 18 e i 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, si attesta all’11% a fronte del 4% dell’anno precedente. Campania (+31% rispetto al 2023), Lombardia e Lazio risultano le regioni dove, in entrambi gli anni, si è verificato il maggior numero di omicidi. In relazione al biennio 2023/2024, l’analisi dei moventi evidenzia che nel 2024 il 49% degli eventi omicidiari ha avuto origine da una lite degenerata (45% nel 2023) e solo il 5% da motivi passionali (11% nel 2023), mentre si attesta al 3% per entrambi i periodi la percentuale degli omicidi commessi pietatis causa.
Modus operandi
Per quanto concerne il modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023; residuale l’avvelenamento, rilevato in soli 6 casi nel 2024 e 4 nel 2023. L’analisi dei dati evidenzia che le politiche di prevenzione e le modifiche legislative intervenute hanno sicuramente contribuito a una maggiore efficacia della prevenzione di alcune tipologie di omicidio; nel decennio in esame il numero di eventi è diminuito anche grazie ad un progressivo cambiamento sociale e all’efficiente attività svolta dalle forze di polizia, da sempre impegnate nel contrasto della criminalità, sia organizzata che comune e di ogni forma di violenza, non ultima quella domestica.
La netta diminuzione del numero degli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità organizzata è significativa di come le mafie in Italia stiano cambiando pelle: cercano di evitare clamori per poter dedicarsi con maggiore efficacia alle attività criminali e soprattutto all’infiltrazione dell’economia legale.