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1 aprile 2016

News

Paola. Il 2 aprile celebrazione solenne del Transito di San Francesco, Patrono della Calabria


«San Franciscu, ccu st’abitu ‘i lana, vulisti amari a Diu ccu veru amuri. Dassastivu stu mundu, cosa vana, ca vi a’ detti Diu st’opinioni…». Questi i primi versi di un’antica Lauda in calabrese dedicata a San Francesco di Paola, uno dei Santi più amati e venerati nel mondo, che ancora alcune anziane usano recitare nei vari angoli della regione il 2 aprile, giorno della sua ascesa al cielo, e il 1° maggio, ricorrenza della canonizzazione.

E quest’anno il 2 aprile, non ricadendo in periodo quaresimale, vedrà presso il Santuario di Paola la celebrazione solenne del Transito del Patrono della Calabria. Il programma della giornata prevede Sante Messe alle 7 e alle 9, alle 10 esposizione e venerazione della reliquia del Santo, alle 11 una Solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Bertolone e l’atto di affidamento del sindaco di Paola, Basilio Ferrari. Nel pomeriggio alle 16 ci sarà il raduno dei fedeli in basilica, quindi la processione verso la Chiesa Nuova con la reliquia e infine la celebrazione del Transito di San Francesco, presieduta da padre Colatorti e animata dalla Corale San Biagio in Amantea.

La sua vita fu avvolta in un’aura di soprannaturale dalla nascita alla morte. Nacque a Paola San Francesco nacque nel 1416 a Paola in provincia di Cosenza, qui visse fino al 1483 quando partì per la Francia, dove morì nel 1507. Francesco, declinato sia al maschile che al femminile, è il nome più diffuso in Calabria e grande è la devozione popolare che da secoli porta migliaia di fedeli al Santuario di Paola e ai luoghi dove visse il frate Santo dalla lunga barba, l’eremita protettore dei poveri e dei sofferenti, il fondatore dell’Ordine dei Minimi, tuttora diffuso in tutto il mondo.

Fin da piccolo circondato dall’aura del misticismo e della santità, i miracoli da lui compiuti rimbalzarono subito fuori dai confini del Regno, richiamando l’attenzione di Papi e Sovrani: la guarigione da malattie incurabili, la moltiplicazione del pane, l’attraversamento dello Stretto di Messina su un mantello, lo sgorgare d’acqua dalla roccia e, animalista antelitteram, la ricomparsa del suo caro Martinello, l’agnellino arrostito e mangiato in sua assenza da operai affamati. La sua fu spiritualità penitenziale che ci porta alla giusta distanza dai beni materiali e a considerarci pellegrini in un mondo che non è nostro e di cui dobbiamo avere cura.

San Francesco di Paola è stato patrono del Regno delle Due Sicilie, è protettore dei marinai e dei pescatori, compatrono della città di Napoli e naturalmente patrono della Calabria, dov’è venerato in innumerevoli santuari e chiese fra i quali, in particolare, quelli di Paola, Cosenza, Castrovillari, Polistena, Paterno Calabro, Spezzano della Sila, Pedace, Terranova da Sibari, Corigliano Calabro, Marina Grande di Scilla, Catona di Reggio Calabria e Sambiase di Lamezia Terme, ove è custodita la reliquia di un dito di san Francesco. Il culto di San Francesco presto si allargò dalla Calabria e dalla Francia, i luoghi dove visse, a tante altre regioni e paesi, fino al nuovo continente. Santuari e chiese dedicate a San Francesco di Paola si trovano a Napoli, a Roma, a Milano e poi in Spagna, in Portogallo, in Brasile e in Venezuela fino a Cuba.

 


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