Tanto tempo fa, una donna chiamata Maddalena si presentò ad un banchetto dell’imperatore romano Tiberio portando tra le mani un uovo, simbolo di nascita e dunque risurrezione, esclamando: «Cristo è risorto!». L’imperatore si adirò molto e beffardo rispose che era tanto probabile la resurrezione del Cristo quanto che quell’uovo divenisse rosso, cosa che puntualmente accadde con grande meraviglia dei presenti.
Maddalena potè così continuare a parlare e a diffondere il Vangelo, senza che le accadesse nulla, e diventò la testimone del Risorto, la prima che vide il sepolcro vuoto e portò la buona novella a Maria di Nazareth e agli Apostoli, cioè alla Chiesa.
Narra la leggenda che da quel giorno tutti i Cristiani ogni anno per festeggiare quella ricorrenza iniziarono a dipingere le uova di rosso e a scambiarsele in dono e l’uovo, vero, di cioccolato o di altro materiale, diventò il simbolo della Pasqua di Resurrezione.
E’ per questo motivo che spesso la Maddalena nell’iconografia ufficiale della chiesa, in particolare quella ortodossa, viene rappresentata con in una mano la boccetta di unguenti e nell’altra un uovo rosso.
Per lo stesso motivo nella Calabria arbëreshë di rito greco-bizantino, così come nei paesi balcanici e greco-ortodossi in genere, si usa ancora adesso preparare vetë të kuqe, e cioè le uova colorate di rosso come quelle della Maddalena. Si colorano il Giovedì Santo, utilizzando la buccia rossa delle cipolle o, come un tempo, la Rubia tinctorum, pianta da sempre usata per le tinture (*). Con le uova così decorate si abbellisce la casa e si decorano i panaret, pani pasquali, per poi consumarle il Sabato Santo dopo il Gloria, quando il suono delle campane annuncia che Cristo è risorto.
Annamaria Persico
(articolo pubblicato il 2 aprile 2018 su Reportage)
*(cit. Dott. Domenico Benedetto D’Agostino articolo FB 1 aprile 2022)
