«Le cosche sono riuscite a inserirsi all’interno di diversi segmenti del sistema sanitario: dagli appalti di fornitura, alla direzione di importanti Asl, fino all’ingresso nella distribuzione dei farmaci con l’acquisto e la gestione di farmacie».
Così, tra l’altro, si legge nella relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia presentata nei giorni scorsi nella Sala Koch di Palazzo Madama in cui viene illustrato il rischio di condizionamento del sistema della salute, non più confinato al Sud, ma che ormai contagia anche le regioni settentrionali, con il tessuto sanitario lombardo fortemente permeabile agli interessi della ‘ndrangheta.
«L’aggressione mafiosa al sistema di welfare», si legge «è dettata da molteplici interessi che vanno dalla possibilità di riciclare e reinvestire capitali illeciti, all’inserimento di persone affidabili tra il personale di ospedali e Asl, luoghi ideali anche per svolgere incontri riservati, fino al ricorso a medici e professionisti compiacenti per ottenere perizie o certificati sanitari falsi.
«Ma il mondo sanitario è soprattutto una fonte di legittimazione sociale e di potere, un bacino ideale per consolidare il consenso. L’illegalità mafiosa è un fattore che mina la sostenibilità del sistema, ha un costo elevato sui livelli di tutela e intacca profondamente l’idea stessa del diritto alla salute».
(Fonte: federfarma.it)