Strage di Cutro, un anno fa il naufragio
26 febbraio 2025

News

Strage di Cutro: due anni fa il naufragio. Bilancio tragico: più di 30.000 vittime in 10 anni, nel 2024 meno arrivi ma più morti nel Mediterraneo


Due anni fa, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, un caicco partito dalla Turchia naufraga davanti alle coste di Steccato di Cutro: a bordo ci sono 180 migranti, 94 muoiono in mare. La tragedia scuote l’Italia e solleva numerose polemiche sui soccorsi. Il governo Meloni a pochi giorni di distanza vara una serie di nuove norme con una stretta per gli scafisti.
Non è la prima volta che l’Italia si trova a fare i conti con un naufragio così tragico, ce ne sono stati alcuni con un numero di vittime anche più alto.
Complessivamente negli ultimi 10 anni sono stati più di 30mila i morti nel Mediterraneo.

La strage di Lampedusa

Proprio dieci anni prima di Cutro l’Italia è stata toccata da una delle tragedie più gravi nella storia del ‘mare nostrum’, ricordata come la ‘strage di Lampedusa’. Evento che segna una svolta nella percezione sul dramma dei migranti lungo la rotta per l’Europa. E’ il 2 ottobre del 2013 quando un peschereccio libico salpato dal porto di Misurata colmo di rifugiati eritrei prende fuoco a poche miglia dalla costa di Lampedusa, affondando davanti all’Isola dei Conigli. A bordo dell’imbarcazione oltre 500 persone: le vittime sono 368 e 155 i superstiti. Al governo in quel momento c’è Enrico Letta mentre il ministro dell’Interno è Annamaria Cancellieri.

Pochi giorni dopo, l’11 ottobre, un altro naufragio: un peschereccio con a bordo 480 siriani cola a picco sempre al largo di Lampedusa. La sera prima, poco dopo la partenza, l’imbarcazione era stata intercettata da una motovedetta libica che aveva sparato raffiche di mitra. Al mattino lo scafo forato aveva cominciato ad affondare: annegano 268 rifugiati tra cui almeno 60 bambine. Anche in quell’occasione esplodono le polemiche sui soccorsi, arrivati con due ore di ritardo.

Un altro anno drammatico è il 2016, quando al governo c’è Matteo Renzi e al Viminale Angelino Alfano. Anno che fa registrare il numero più alto di morti in mare con 5.136 vittime in tutto il Mediterraneo. In Italia il 26 maggio si contano 215 tra morti e dispersi in un naufragio nel Canale di Sicilia e il 2 novembre davanti a Lampedusa si registrano ancora 128 morti. Il 14 luglio 2014 sono 109 le vittime nel Canale di Sicilia e l’11 febbraio 2015 100 quelle a Lampedusa.

I naufragi in questi dieci anni non hanno riguardato solo l’Italia: migranti muoiono in mare soprattutto al largo delle coste libiche, dove si registra il maggior numero di vittime, ma anche davanti alla Grecia, alla Turchia, in acque maltesi e in Egitto.

In totale dal 3 ottobre 2013 al 20 settembre 2023 sono 28.800 i migranti morti o dispersi nel Mediterraneo. Il numero più alto di morti in mare si raggiunge nel 2016 con 5.136 vittime e il più basso nel 2020 con 1.449.

Dall’inizio del 2023 al 20 settembre le vittime sono 2.356, nel 2022 sono 2.406, nel 2021 2.062, nel 2020 1.449, nel 2019 1.885, nel 2018 2.337, nel 2017 3.189, nel 2015 4.055 e nel 2014 3.289. Pesante anche nel 2024 il conteggio delle vittime e dei dispersi in mare: secondo l’OIM, nell’anno appena concluso si contano  circa 1700 vittime nel solo Mediterraneo centrale. 


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