Trivelle_sì
4 aprile 2016

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Teresa Vescio (FdI): «Perché andare a votare e votare SI al referendum sulle trivellazioni»


Mancando poco al 17 aprile, data in cui si svolgerà il referendum sulle trivellazioni, intervengo in primo luogo per invitare la cittadinanza a recarsi alle urne per evitare il fenomeno dell’astensionismo, poiché il mancato raggiungimento del quorum renderebbe invalido il referendum e in secondo luogo per fare un po’ di chiarezza sia sul quesito referendario che sulle motivazioni per le quali i cittadini dovrebbero votare «SI».

I cittadini sono chiamati ad esprimersi sull’attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro 12 miglia marine dalla costa. Decideranno in sostanza se consentire agli impianti già esistenti di continuare le estrazioni fino ad esaurimento dei giacimenti, anche oltre la scadenza prevista, o se dovranno mettere fine alle loro attività di ricerca ed estrazione alla scadenza fissata dalle loro concessioni. Se vince il «NO» o l’astensionismo, le trivellazioni saranno prolungate per la durata di vita del giacimento. Se vince il «SI» le società petrolifere dovranno mettere fine alle loro attività di ricerca ed estrazione secondo la scadenza fissata dalle loro concessioni.

Perché votare «SI»
Il primo motivo riguarda la pericolosità delle piattaforme e delle estrazioni in mare per la salute umana e per la fauna ittica. Nei sedimenti marini e nelle cozze che vivono vicino alle piattaforme sarebbero state rinvenute, in alcuni casi, sostanze chimiche in quantità superiori ai limiti di legge. Il secondo motivo riguarda le trivellazioni e la sismicità indotta, il nostro territorio come sappiamo è già altamente sismico.

Numerosi rapporti scientificamente autorevoli descrivono casi ben studiati nei quali l’estrazione e/o l’iniezione di fluidi in campi petroliferi o geotermici è stata associata al verificarsi di terremoti, a volte anche di magnitudo maggiore di 5. In Olanda, un paese che teoricamente sarebbe a rischio sismico bassissimo per ragioni geologiche, le trivellazioni di gas naturale nell’area di Groningen, hanno reso sismica una zona fino a cinquant’anni fa mai interessata da terremoti, nel settembre del 2015 si è poi arrivati ad una sentenza storica, che obbliga le due compagnie estrattive a risarcire gli abitanti dell’area per i danni materiali creati alle abitazioni.

In Svizzera, la provata origine antropica di alcuni terremoti ha portato alla chiusura dei due impianti geotermici di San Gallo e Basilea. Negli Stati Uniti, l’Oklahoma è martoriata da eventi sismici, dopo anni di negazioni lo Stato ha riconosciuto la connessione fra attività estrattiva e sismicità.

In Emilia non si può escludere che le estrazioni abbiano risvegliato una faglia che ha causato il terremoto del 2012 in cui ci furono centinaia di feriti e diversi morti.
Penso che questi motivi siano sufficienti per votare «SI» e fermare le trivellazioni.
Teresa Vescio
Responsabile dipartimento ambiente e agricoltura
di Fratelli d’Italia-Lamezia Terme


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