Tra le presenze più attese, quella della presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, protagonista di un solido legame con il primo ministro albanese Edi Rama, recentemente riconfermato per un quarto mandato. Sui social la premier si è congratulata con Rama per la vittoria elettorale, ribadendo “la profonda amicizia e la collaborazione strategica” che lega i due Paesi anche nella ricerca di “soluzioni innovative” per affrontare le sfide globali. Tra queste, il protocollo d’intesa che ha portato alla costruzione dei centri per i migranti sul suolo albanese. Proprio alla Camera è in discussione il dl Albania, che aggiorna e amplia l’intesa siglata un anno e mezzo fa da Meloni e Rama, estendendo la possibilità di trasferire nei centri albanesi non solo i richiedenti asilo intercettati in mare, ma anche cittadini stranieri già presenti sul territorio italiano e soggetti a provvedimenti di trattenimento.
Il protocollo sui migranti ha suggellato l’ottimo rapporto, anche personale, tra il socialista Rama e la “sorella Giorgia” (come il premier albanese ama definire Meloni). Il Paese balcanico incassa intanto il convinto sostegno dell’Italia e di Meloni al suo percorso di adesione all’Unione europea, obiettivo che, secondo Rama, potrebbe concretizzarsi nel 2030. Intanto, il prossimo step è chiudere i negoziati di adesione alla Ue, con una deadline fissata dal primo ministro di Tirana al 2027.
Il programma
La giornata del vertice si aprirà con una sessione plenaria dedicata alla sicurezza europea e a una visione comune per il futuro del continente. A seguire, tre tavole rotonde affronteranno temi chiave: difesa democratica e sostegno all’Ucraina, competitività economica e sicurezza strategica, e infine migrazione, mobilità e il ruolo delle giovani generazioni in una società sempre più influenzata dall’innovazione tecnologica. Il vertice di Tirana sarà co-presieduto dal premier Rama e dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Possibile la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ma l’attenzione diplomatica non è concentrata solo su Tirana. I riflettori internazionali sono puntati in queste ore anche su Istanbul, sede di un vertice cruciale per un possibile cessate il fuoco in Ucraina. Grandi assenti il presidente russo Vladimir Putin e il presidente americano Donald Trump, che ha scelto di non partecipare al summit. In rappresentanza dell’Italia, il ministro degli Esteri Antonio T
ajani è volato in Turchia, ad Antalya, per prendere parte alla riunione informale dei ministri degli Esteri della Nato. Il titolare della Farnesina ha ufficializzato che l’Italia ha raggiunto il 2% del Pil per la spesa in difesa e sicurezza.
In questo quadro di equilibri complessi, i ‘distinguo’ interni al centrodestra e alla maggioranza di governo appaiono momentaneamente sopiti. Le recenti dichiarazioni di Tajani sul vertice dei “volenterosi” a Kiev – al quale l’Italia ha preso parte solo in video collegamento – sono state lette dalle opposizioni come una presa di distanza dalla linea di politica estera della premier. Tuttavia, ambienti vicini a Forza Italia precisano che le parole del titolare della Farnesina, che ha invitato ad avere “il coraggio di giocare un ruolo da protagonisti per la pace”, non erano rivolte né al governo né a Giorgia Meloni, con la quale esiste una “unità di intenti”. Anche Matteo Salvini, leader della Lega, ha scelto toni distensivi: “Mi trovo benissimo al governo, a fianco di Meloni e Tajani”. (dall’inviato Antonio Atte)