2-cacumbari
10 dicembre 2017

Ricette calabresi-cucina leggendaria

Frutti antichi di Calabria: i cacumbari (corbezzoli) dalle magiche virtù


I cacumbari, in italiano corbezzoli, sono i piccoli frutti rossi di una bella pianta arbustiva sempre verde (arbutus unedo) della famiglia delle Ericacee, diffusissima in Calabria e in tutte le regioni a clima mediterraneo.

La pianta dei cacumbari, il cui nome calabrese deriva dal greco kòmaros, fiorisce in autunno avanzato, producendo grappoli di fiori bianchi che danno i frutti l’anno successivo e così dalle nostre parti, tra novembre e dicembre, nascono sia i fiori che i frutti, cosa che le dona un aspetto allegro e festoso.

Il cacumbaro o corbezzolo che dir si voglia, è stato citato da tanti: il poeta latino Ovidio ce ne parla nella Metamorfosi descrivendo la vita nell’Età dell’oro; Virgilio nell’Eneide ne parlava come immancabile fiore sulla tomba dei defunti; Giovanni Pascoli addirittura compose un’ode in suo nome e all’epoca, per i suoi colori, divenne la pianta simbolo dell’Italia.

Oltre ad essere molto bello, il corbezzolo ha enormi proprietà terapeutiche: è astringente, antidiarroico, antinfiammatorio, antispasmodico e inoltre diuretico e antisettico delle vie urinarie.

I frutti del corbezzolo però contengono un alcaloide, che se ingerito in quantità produce un senso di ubriachezza e vertigine. Una caratteristica conosciuta già nell’antichità, infatti Plinio il Vecchio assegnò alla pianta il nome unedo (ne mangio solo uno), e sarà anche per questo che in Calabria i corbezzoli vengono chiamati anche mbriacheddi e cacumbaro è un epiteto che si usa per definire una persona sciocca.

Sempre per questo motivo i Romani pensavano che i corbezzoli avessero poteri magici e usavano appenderne in casa un ramoscello con tre frutti, usanza che si perpetua in Calabria nel periodo natalizio quando i bei rami dai frutti rossi adornano il presepe e il caminetto a mo’ di piccoli alberi di Natale.

Risulta inoltre da alcuni testi che nei riti bacchici gli affiliati si incoronavano con i rami della pianta e consumavano grandi quantità di corbezzoli.

Anche il legno di corbezzolo era considerato molto pregiato, in quanto solido e resistente agli insetti, e le foglie, per la forte presenza di tannino, erano utilizzate per la concia delle pelli.

Il corbezzolo selvatico è ancora abbastanza diffuso in Calabria nelle zone collinari ma si può coltivare anche in giardino, per sfruttarne le grandi proprietà nutritive e medicamentose.

Il frutto, granuloso all’esterno dalla polpa carnosa e gialla, contiene circa il 15% di zuccheri, pectine, luppolo, arbutina, flavonoidi, vari steroli e vitamine. E’ ottimo da consumare al naturale, con zucchero o aggiunto ad insalate, sotto spirito o trasformato in confetture, acquavite, infusi, vini, liquori, canditi e sciroppi.

Le foglie sono ricche di tannini e fenoli dall’alto potere antiossidante. Un’infusione di sei o sette foglie di corbezzolo è ottima contro la febbre, la diarrea e disturbi alle vie urinarie. La stessa si può usare come tonico astringente per il viso.

Ottimo, anche se raro, è anche il miele di corbezzolo che ha proprietà balsamiche, antisettiche, antispasmodiche.

Ma, tra le tante virtù possedute dal corbezzolo, la più straordinaria è senz’altro quella di essere una delle specie mediterranee che meglio si adatta agli incendi, in quanto reagisce vigorosamente al passaggio del fuoco emettendo nuovi polloni, soprattutto su terreni acidi e sub-acidi.
Annamaria Persico


Leggi anche...



News
GIUDIZI UNIVERSALI 5.05. «SANREMO 75, il ritorno...

Ecumenico. È questo il termine che più aderisce allo stile di conduzione che...


News
Roma, ancora poliziotti accerchiati al...

Ancora poliziotti accerchiati al Quarticciolo a Roma. E' successo mercoledì sera, intorno...


News
Fondo Imprese Artigiane, la soddisfazione della Cna...

Cna Calabria esprime soddisfazione per l’incontro avuto con l’assessore regionale allo...


News
LAMEZIA. L’INCONTRO TRA GIURISTI CATTOLICI,...

Nei giorni scorsi si sono incontrati nella chiesa di San Domenico per...