gigliotti
25 novembre 2015

News Lamezia e lametino

Omaggio ad Antonio Gigliotti, comunista di fede, giornalista di razza


LE POLITICHE DEL 1948 A NICASTRO

Il 18 aprile del 1948, i Nicastresi vennero richiamati alle urne per eleggere la prima Camera dei Deputati e il primo Senato della Repubblica.
Queste, furono elezioni particolari perché videro un partito socialista diviso in due tronconi e la destra divisa in: Partito Monarchico con simbolo la “Stella”; Movimento Nazionale Destra Sociale con una “Aquila con le ali aperte e sigla M.N.D.S.”; “La Destra” raffigurata da un mano che ad un bivio indica la svolta a destra; il Blocco Nazionale con una “Bandiera tricolore con la scritta Blocco Nazionale, due spighe di grano incrociate sovrastate da una stella e sotto il simbolo dell’Uomo Qualunque”; il M.S.I., con la “Fiamma tricolore su un trapezio”, che si richiamava alla Repubblica Sociale e, quindi, organizzava gran parte degli ex fascisti.
Il blocco di centro vedeva la Democrazia Cristiana con lo scudo crociato; i Cristiano Sociali (con “Una croce, una vanga e un libro”); Unità Socialista (seguaci di Saragat,con il sole nascente con scritta socialismo); i repubblicani, con l’Edera.

Del blocco della sinistra, invece, facevano parte: il Fronte del Lavoro-Stato Sindacale raffigurato da “Un libro aperto e sovrapposte falce e incudine”; Il Fronte Popolare (PCI e PSI) con la testa di Garibaldi; il Partito dei Contadini d’Italia con “Tre spighe di grano in un rombo e sovrapposta una scritta Per l’Italia”. Veniva allora considerato anche di sinistra il Blocco Popolare Unionista con simbolo il Globo con su scritto “Stati Uniti del Mondo”.
Sulla scheda apparvero 13 simboli. Sei di questi, a Nicastro, non raggiunsero i 30 voti ciascuno. I Cristiano Sociali, infatti, ebbero appena 23 voti; la “Destra” 6 voti; il Movimento Nazionale 8 voti; il Fronte del Lavoro 22 voti; il Blocco Unionista 26 voti e i Contadini d’Italia 21 voti. Complessivamente, queste sei liste ebbero 106 voti. Meglio andò, invece, il Partito Monarchico che ottenne 107 voti, mentre Unità Socialista ebbe 285 voti. Chi superò i 400 voti furono il Partito Repubblicano, con 459 voti, e il Blocco Nazionale con 489 voti. La parte del leone, al centro, la fece la Democrazia Cristiana con 6.169 voti.

A destra fu il neofita MSI con 1226 voti mentre a sinistra il Fronte Popolare ottenne 5.009 preferenze. In totale, quindi, come si evince anche dal fonogramma inviato in Prefettura dall’allora Sindaco di Nicastro, Cuiuli, i voti validi furono 13.850.

Ci spostiamo nella vicina Sambiase e riscontriamo che nel 1948 i voti validi furono 8.366 mentre le schede nulle e bianche furono 378. Il risultato, però, non fu dissimile da quello di Nicastro. Anche qui le 6 “liste minori” ottennero pochissime preferenze. In totale ebbero appena 105 voti così ripartiti: Blocco Unionista 26 voti; Cristiano Sociali 29 voti; Partito dei Contadini d’Italia 10 voti; la Destra 7 voti; il M.N.D.S. 16 voti; il Fronte del Lavoro 15 voti. Per quanto riguarda gli altri raggruppamenti, da annotare il Partito Monarchico con 108 voti; il M.S.I. con 329 voti; i socialdemocratici con 694 voti.

E qui, nella destra, la parte del leone la fece il Blocco Nazionale che ottenne 694 voti, mentre la Democrazia Cristiana, con i suoi 3521 voti raggiunse una altissima percentuale: poco più del 42%. Invece, il Fronte Popolare della sinistra (Garibaldi ) raggiunse i 1974 voti, poco più del 23%. In questo centro, una soddisfazione la ebbero i repubblicani i quali ottennero, 550 voti. Questi risultati, però, non favorirono l’elezione alla Camera di candidati del comprensorio di Nicastro. Furono, invece, eletti candidati di Cosenza, Catanzaro, Vibo, Crotone, e tra questi ricordiamo Cassiani, Salomone, Gullo, Pietro Mancini.

Non dissimile, come risultato, quello per il Senato. Nessuno dei cinque candidati del Nicastrese ottenne successo. Infatti, il candidato della D.C. Mariano Caligiuri, malgrado iniziasse i comizi invitando alla preghiera, e malgrado la mobilitazione nei rioni del clero, soprattutto dei monaci, ottenne solo una buona affermazione (quasi il 43% dei voti). Anche affermazione fu per il candidato del Fronte Democratico Popolare, il socialista Emilio Stella, con poco più del 25%. Il 17%, invece, lo ottenne Basilio Perugini (padre del futuro senatore Arturo) che aveva scelto un “Grappolo d’Uva”. Gli altri due candidati ottennero: Maurizio Colosimo (Blocco Nazionale di destra) il 10 % dei voti, mentre il 5% lo conquistò Eraldo Pallone, ex colonnello dei carabinieri, in pensione, indipendente.
Questi risultati generarono nel movimento politico un vasto dibattito critico, contro la polverizzazione del voto causata dalla presentazione delle liste minori alla base del disorientamento negli elettori di centro, di destra e di sinistra
Le forze politiche dopo questi risultati pensarono a rafforzare le proprie posizioni con varie iniziative. Chi si mostrò più attivo fu il PCI che organizzò una serie di incontri culturali sfociati, poi, nelle “Olimpiadi Culturali della Gioventù”, con alcuni dibattiti che si tennero nella sala consiliare di Nicastro ed a cui presero parte uomini di diverso orientamento culturale, politico e religioso.
Contemporaneamente, il sindacato sviluppava una serie di iniziative per rivendicare terra e lavoro gettando così le basi per le epiche giornate di lotta degli anni 1949-1950.
Antonio Gigliotti
(tratto da reportage numero 20 del 16/31 Ottobre 2003 nella Rubrica il Filo della Memoria-Fatti e personaggi dell’ultimo cinquantennio della vita politica calabrese)

ANTONIO GIGLIOTTI (Nicastro 25 settembre 1928 – Lamezia Terme 8 agosto 2015), frequentò il Liceo classico “Francesco Fiorentino” e conseguì la maturità classica al Liceo Galluppi di Catanzaro presentandosi da esterno perché “saltò” una classe. Inoltre, conseguì anche l’abilitazione magistrale e per molti anni insegnò nelle Scuole elementari.

Il 3 e 4 dicembre 1949 fu delegato di Nicastro alla Assise per la Rinascita della Calabria, una manifestazione regionale che si tenne a Crotone, al Cinema Apollo, conclusasi con un intervento di Giorgio Amendola e in quegli anni prese parte attiva, anche come dirigente del Partito comunista italiano, a tutte le lotte bracciantili ed operaie.

Dopo una brevissima esperienza, come corrispondente da Nicastro, della Voce di Napoli, agli inizi degli anni Cinquanta venne nominato corrispondente provinciale de l’Unità che gli assegnò all’occorrenza anche il ruolo di inviato in vari centri della regione. Successivamente venne inviato anche in Basilicata, Puglia, Abruzzo e tra gli emigrati calabresi in Piemonte.

Successivamente collaborò con Paese Sera e dopo la sua chiusura con Il Giornale di Calabria diretto da Piero Ardenti, Il Giornale di Calabria di Catanzaro diretto da Giuseppe Soluri, Il Quotidiano diretto da Pantaleone Sergi, Il Domani, diretto prima da Ugo Bassi e poi da Domenico Morace, e con l’Agenzia Ansa.
È stato direttore di Radio Soveria Uno.


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